Dalla cucina tradizionale ai piatti rivisitati ed impreziositi
Il cibo racconta sempre un po’ qualcosa di noi e un territorio dalle grandi ed antiche tradizioni non può non avere una grande cucina. Le tante difficoltà della vita contadina e le limitate risorse a disposizione hanno plasmato nei secoli le abitudini gastronomiche dei galluresi, spingendoli a raffinare con sempre maggior mestiere anche i piatti più frugali.
Certo si tratta di una cucina semplice, fatta con pochi ingredienti prodotti dalla campagna degli stazzi come il latte, la carne, la farina, il miele, ortaggi e poco altro, ma combinati insieme con grande sapienza. Un esempio di questa felice attitudine è il piatto simbolo della Gallura: la suppa cuàta ovvero la zuppa gallurese, sintesi perfetta della tradizione nell’impiego in cucina degli ingredienti primari come il pane, il formaggio e il brodo di manzo, passati poi al forno. Altro piatto tipico è la mazza frìssa, un mantecato dal sapore delicatissimo ottenuto dalla semola e dalla panna, ottimo con il miele.
Gallura, terra affacciata sul mare… il pesce di scoglio ad insaporire le zuppe (lu ziminu di pesciu), l’aragosta, la cernia, l’orata, ma anche l’attinia fritta (multigghjàta) e tanto altro pesce pregiato per piatti mai convenzionali. Come non citare l’immensa risorsa della laguna di San Teodoro? Da questa proviene, grazie ad una sapiente organizzazione per il suo sfruttamento, un pesce di qualità, ma anche la bottarga e le ostriche!
I dolci come li cucciuléddi milàti (fagottini di miele, mandorle e noci), oppure li ruióli (polpettine di ricotta o formaggio fresco fritte e immerse nel miele caldo) non possono che arricchire qualunque tavola gallurese. La produzione dolciaria è particolarmente sentita in Gallura: da sempre i galluresi sono bucchidulci ovvero golosi di dolci, non per niente ogni periodo dell’anno e ogni ricorrenza, religiosa o no, vanta il dolcetto corrispondente. Il dolce tipico natalizio ad esempio è la niuléddha, in italiano la nuvoletta, un biscottone composto da mandorle tostate e tritate, pasta sfoglia, scorza d’arancia grattugiata e miele o anche li frisjióli léti, le frittelle di carnevale, nella tradizione fritte nell’olio di lentisco (molto aromatico) e li papassìni per la festa di ognissanti. E ancora i vari tipi di pane o la pasta fresca in quanto viva espressione di una cultura gastronomica mai banale, dove mai la semplicità sacrifica il gusto.
I ristoratori e gli operatori agrituristici di San Teodoro offrono tutti indifferentemente i piatti della tradizione, sia di carne che di pesce e piatti rivisitati oltre anche alla cucina internazionale, per poter far fronte alle richieste di un turismo assai variegato; certamente però, il turista attento alle peculiarità gastronomiche locali apprezzerà la ricchezza dell’offerta e la qualità delle preparazioni della cucina gallurese.
La Gallura è la patria del famoso Vermentino, noto alle cronache per la sua qualità certificata e controllata, tuttavia nuocerebbe ad una descrizione imparziale il non citare la miriade di produttori di vino locali che con uve coltivate in loco con grande passione, sanno distillare vini rossi e bianchi dalla grande dignità. Le cantine dei teodorini hanno sempre la provvista di vino di propria produzione!
Tradizioni culinarie galluresi in vetrina nell’appuntamento fisso di maggio alla festa dell’Aglióla dove potrai degustare i piatti e i vini della tradizione proposti dagli chef dei ristoranti di San Teodoro. Questo evento, a cura dell’ufficio turistico di San Teodoro e del suo personale altamente competente e qualificato, ripercorre le tappe della tradizione attraverso i contenuti autentici dei piatti della storia degli stazzi… è il cibo che cessa di essere alimento per divenire cultura.
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